Gli ulivi di Mirella
Gli ulivi di Mirella risorgono dalla loro stessa cenere come l'araba fenice
...le ultime creazioni (sculture e tele) di Mirella utilizzando la cenere degli ulivi bruciati
SCULTURE
Guardo i miei ulivi trasformarsi in giganti di pietra, sento il loro dolore, il lacerante sforzo della resurrezione. Sento il loro grido silenzioso
e guardo le loro braccia vissute innalzarsi verso un cielo sempre più alto, più distante. Tocco le loro ferite e tento di arginare la fuoriuscita
della linfa vitale, nera come la pece. Cerco tra foglie bruciate una pennellata di verde per non smettere di sperare, di credere nella loro rinascita.
Cerco un nido e non lo trovo più. Assaporo con la mente l’ antico oro dei poveri. Piango e sono impotente. Assisto al fallimento umano.
Li abbraccio ma è un abbraccio freddo. Ormai, mutilati, chiedono il silenzio, ci chiedono di espiare. Si concedono inermi al fuoco e colorano
di grigio il mondo.
Mirella Raganato – RAMI – 26.03.2020
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Intervistata Rami risponde:
La mia tecnica? Il mio stile?
Ogni quadro mi richiede una sua forma, una sua anima.
Non esistono tecniche fisse.
Il pittore deve rivestire la tela con le immagini della sua anima, dei suoi sogni.
E i sogni non sono sempre gli stessi
Non hanno sempre gli stessi colori.
A volte sono segni precisi
Nitide forme che accarezzano o uccidono l’anima
A volte rapide sfumature
Pennellate che evocano profumi, particolari sapori.
Io dipingo la mia anima
È lei la mia padrona
È lei che mi detta forme, colori, luce
È lei che mi bisbiglia all’orecchio e mi trascina nelle sue profondità .
Ecco perché i miei quadri non hanno una forma precisa, racchiudibile in una cornice dorata, socialmente riconosciuta.
Inserito 01.05.2013 e 23.10.17
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